venerdì 13 febbraio 2009

sviene la neve che viene

disperato bisogno di dire, fare, guardare, lettera e testamento. testamento ovvero definire ciò che avverrà post-mortem dei propri beni, ma se uno non ha beni? bene! neve va, scende, arrivano climi freddi alternati a giornate calde... forse neve un po' ne risente. neve è un microcosmo, un luogo chiuso dove l'aperto si gela, dove il gelo si apre e dove il luogo diviene non-luogo.
molte volte capita d'incasinarsi per questioni banali, altre volte invece cose che andrebbero discusse vengono lasciate correre, strano oggettivamente come l'oggetto oggettivo dell'oggettività parlante sia un qualcosa che non ha forma, non ha colore, ma ha solo suono.
il suono di neve comincia a definirsi, che suono ha neve? neve è un suono, non ha un suono, neve suona, risuona, detona, stona, sviene, sale, ricade, riscende, decresce.
si prospettano progetti impegnativi, idee altezzose, da altezze nevose, cime in cima a cimeli pericolanti, pericolosi, silenziosi, muti, mutevoli. cosa verrà fuori ancora non si sa, o meglio si sa ma non ha un sapere concreto, ha idee glaciali che creano a volte incomprensioni sociali.
a breve forse giungerà qualcosa d'udibile, per ora solo pensieri, parole e poco altro, finestra parlante e non finestra da cui ascoltare, chi spia verrà premiato, chi premia verrà spiato, per ora l'idea è di non lasciar fiato a chi si addentra in neve, silenzi frastonanti prima o poi neve... viene.

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